#aScuolaDiTalenti#
Caterina ha diciassette anni e frequenta il Liceo Artistico in una cittadina del Veneto incastonata da montagne ricche di storia. Ha una passione: la fotografia.
Apparire o essere? Come ogni adolescente che scopre, rielabora e si confronta, anche Caterina si pone questa domanda e cerca di rispondere attraverso una gestualità che la conforta, lo scatto.
“Ho la necessità di mostrare, a chi si sofferma a leggere le mie immagini, tutto ciò che mi rappresenta” dice. “Fotografo per farmi conoscere, per rendere noto a ciascuno quanto importante sia conoscersi e farsi conoscere per ciò che realmente si è, senza nascondere imperfezioni o dispiaceri.
“Ho la necessità di mostrare, a chi si sofferma a leggere le mie immagini, tutto ciò che mi rappresenta” dice. “Fotografo per farmi conoscere, per rendere noto a ciascuno quanto importante sia conoscersi e farsi conoscere per ciò che realmente si è, senza nascondere imperfezioni o dispiaceri.
Viviamo in un mondo dove l’apparenza segna la vita delle persone, dove i giovani vorrebbero cambiare per paura di non essere accettati, dove un giudizio conta più del vero.” Alla domanda perché scelga di parlare agli altri attraverso le foto, Caterina risponde: “A mio avviso, la fotografia non nasconde nulla: corpi, paesaggi, strade, volti.. sono tutti “soggetti” degni che rendono la composizione unica. Ho la necessità di fotografare, di raccontare me stessa ad un pubblico non abituato alle piccole cose.” E possiamo dire che le piccole cose emergono dirompenti nelle sue foto svelandosi.
Caterina, quindi la fotografia rappresenta sempre e solo la realtà?
Lei è decisa: “No, la fotografia non mostra la realtà, ma l’idea che si ha di essa. Catturo attimi per renderli eterni.”