“Italia Nostra” vota SI !

12988074_10208345750188935_172897570_nIl 17 Aprile bisogna andare a votare con un perentorio SI. La sollecitazione arriva anche dall’organizzazione ITALIA NOSTRA. Il Presidente regionale siciliano dell’associazione in carica dal 2004, l’architetto Leandro Janni, al suo 31° anno di impegno attivo all’interno di Italia Nostra, risponde alle nostre domande per riflettere insieme sul valore del patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Bel Paese, sul reddito della bellezza. Inoltre si espone e ci invita a votare SI!

Partiamo dal presupposto che non siamo informati, Presidente Janni, cosa è Italia Nostra e perché nasce? 
Italia Nostra – Onlus è un’associazione di salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali. Nata a Roma nel 1955 e riconosciuta con decreto presidenziale nel 1958, è una delle più antiche associazioni ambientaliste italiane. Italia Nostra fu fondata inizialmente per una campagna settoriale e territorialmente limitata contro lo sventramento di un isolato nel centro storico di Roma, ma presto allargò il suo campo di attività a tutto il territorio nazionale allo scopo di «proteggere i beni culturali e ambientali». I “beni culturali”, l’evoluzione naturale e storica, i centri storici, la pianificazione urbanistica e territoriale, i parchi nazionali, l’ambiente, la questione energetica, il modello di sviluppo del Paese, la viabilità e i trasporti, l’agricoltura, il mare, le coste, le isole, i musei, le biblioteche, gli archivi storici: questi sono alcuni dei capitoli più importanti dell’attività capillare di Italia Nostra, spesso sostenuta da una ricerca approfondita e documentata da una vasta pubblicistica che oggi costituisce patrimonio unico e insostituibile a disposizione del Paese.

Come agisce sul territorio, quali sono i suoi limiti e le potenzialità. 

Dal primo nucleo romano, l’Associazione è cresciuta fino ad arrivare a più di 200 sezioni sparse su tutto il territorio nazionale e 20 consigli regionali. L’Associazione, inoltre, è condotta, a livello nazionale, da un Presidente (responsabile legale dell’Associazione) e da un Consiglio Direttivo. Tra le imprese di Italia Nostra meritano di essere ricordate, l’istituzione del Parco dell’Appia Antica a Roma e del Parco del Delta del Po, il recupero delle Mura di Ferrara, la legge 394 sulle Aree naturali protette, l’operazione Nettuno per le coste italiane. Tra le battaglie più significative quelle per la salvaguardia di Agrigento e di Paestum, delle mura di Ferrara, delle Ville Venete e dei Colli Euganei, della Costa Smeralda, delle Pinete di Migliarino e di Ravenna. Il movimento di opinione che si riconosce in Italia Nostra ha partecipato alle campagne di protesta contro alcune iniziative ritenute dannose per l’ambiente e il patrimonio storico. Fra queste ricordiamo le lotte contro il ricorso alla produzione di energia nucleare, contro l’Expo a Venezia e contro le Olimpiadi a Roma. Sin dagli anni Settanta Italia Nostra ha promosso la ricerca nei campi della didattica e della formazione per promuovere l’Educazione Ambientale e ha intessuto rapporti internazionali con la fondazione di “Europa Nostra” – federazione di 220 associazioni europee – e la partecipazione al BEE (Bureau Europeen de l’Environnement). Italia Nostra pubblica un mensile e opere di saggistica; ha un sito Internet: www.italianostra.org . Trasformata in Onlus, Italia Nostra vuole impegnarsi, con i soci, in attività di servizio, non solo stimolando la “memoria” e la tutela, ma promuovendo, anche attraverso i nuovi strumenti della comunicazione, la conoscenza e la fruizione dei beni culturali. I limiti della nostra azione sono dovuti soprattutto al rumore mediatico che caratterizza la nostra società. In tale contesto non è facile farsi ascoltare dai cittadini in modo chiaro, netto: troppe, infatti, sono le ingerenze, i messaggi ambigui e contraddittori che vengono dl mondo politico e dai mass media.  Mario Fazio ha scritto: “La speranza insopprimibile di una società più giusta e di città più  sostenibili (umanamente quanto ecologicamente) non richiede rivoluzioni, ma la crescita della dignità e della consapevolezza dei cittadini, del loro coraggio critico e propositivo”.

Ci può fare un esempio di intervento o tutela del patrimonio paesaggistico attuate da Italia Nostra? 

Italia Nostra protegge i beni culturali e ambientali. È una missione che ci impegna da più di 60 anni e i risultati non sono mancati: la legge quadro sui parchi, la tutela dei centri storici, la campagna per salvare Castel Sant’Angelo da opere inutili e dannose in occasione del Giubileo – solo per citarne alcune. Il nostro compito non si esaurisce nel salvare dall’abbandono e dal degrado monumenti antichi, bellezze naturali o opere dell’ingegno: Italia Nostra persegue un nuovo modello di sviluppo, fondato sulla valorizzazione dell’inestimabile patrimonio culturale e naturale italiano, capace di fornire risposte in termini di qualità del vivere e di occupazione. Noi agiamo attraverso l’educazione e la formazione nelle scuole, attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, attraverso studi e progetti, attraverso esposti, denunce, ricorsi a Tar.
In Sicilia non posso non evidenziare la battaglia contro il Muos (abusivo e pericoloso per la salute dei cittadini), la battaglia contro le trivellazioni petrolifere nel Canale di Sicilia e le nostre proposte affinché venga dichiarato Patrimonio dell’Umanità e Riserva della biosfera; si tratta anche dello spazio di mare più ricco di storia di tutto il Mediterraneo. Ricordo anche la campagna contro l’abusivismo e il degrado nella Valle dei Templi di Agrigento (nei mesi scorsi abbiamo finalmente assistito alle prime demolizioni degli immobili abusivi); e poi la legge su Ragusa Ibla, le battaglie contro le devastazioni ambientali derivanti dai mega impianti petrolchimici di Gela, Priolo, Augusta e Milazzo; il recente riconoscimento dell’itinerario Arabo Normanno Patrimonio Mondiale dell’Umanità, inserito quindi di diritto nella World Heritage List. Un impegno costante, faticoso, appassionante, di grande responsabilità. Un impegno condiviso con le 12 sezioni siciliane di Italia Nostra e 6 presidi territoriali.

Riguardo al Referendum del 17 aprile come si sta muovendo Italia Nostra? Vi è una strategia nazionale? Lei, Presidente, cosa ne pensa, andrà a votare, è per il si o per il no?

Rischi geologici ambientali, produzione di rifiuti pericolosi, inquinamento del suolo, sottosuolo, acque superficiali e profonde e risorse idriche di primaria importanza; soltanto 402 milioni di euro nel 2014 di royalties di concessione a fronte di un utile dell’attività estrattiva di ben 7 miliardi, saldo negativo di nuova occupazione. Con il recente seminario “Trivellazioni: il punto di vista di Italia Nostra”, l’Associazione ha evidenziato le motivazioni tecnico-scientifiche ed economiche che portano a confermare il parere del tutto negativo sulle attività di estrazione di gas e idrocarburi a livello nazionale e a sottolineare la necessità che la maggioranza dei cittadini italiani si rechi il 17 aprile a votare “SI’” al referendum. E comunque dovrebbe essere sufficiente questo dato per convincerci a votare SI’: una delle situazioni più critiche, dal punto di vista del traffico del greggio, è proprio il Mediterraneo, mare con il più alto inquinamento da petrolio. Sui suoi fondali, infatti, ci sono 38 milligrammi di catrame per metro quadrato, un record mondiale. Per essere più efficaci, abbiamo costituito il Comitato nazionale “Vota SI’ per fermare le trivelle” per unire le forze di tutte le organizzazioni sociali e produttive affinché la Campagna referendaria diventi l’occasione per mettere al centro del dibattito pubblico le scelte energetiche strategiche che dovrà fare il nostro Paese, per un’economia più giusta e innovativa. Ci impegniamo ognuno nel proprio ambito e insieme per invitare gli italiani a recarsi al voto e votare SI’. Il Comitato nazionale sta promuovendo comitati territoriali per moltiplicare la mobilitazione e diffondere capillarmente l’informazione in tutti i territori e mette a disposizione strumenti comuni di comunicazione, di approfondimento e di mobilitazione. Inoltre, si coordina con i Comitati delle Regioni proponenti il Referendum.
Insomma: al Referendum del 17 aprile 2016 noi invitiamo tutti e tutte, le organizzazioni sociali, istituzioni territoriali, imprese che investono sulla sostenibilità, singoli cittadini/e, giovani e anziani a mobilitarsi con entusiasmo e creatività per far vincere il SI’, perché vogliamo che il nostro Paese prenda con decisione la strada che ci porterà fuori dalle vecchie fonti fossili, innovi il nostro sistema produttivo, combatta con coerenza l’inquinamento e la febbre del Pianeta.

La bellezza paesaggistica, l’arte e il cibo pensa che potranno diventare il futuro economico dell’Italia? 

Già lo sono, in parte. Abbiamo risorse uniche, davvero straordinarie. Il paesaggio, in Italia, in Sicilia, è il frutto di un’azione antropica sapiente su una natura generosa, meravigliosa. Un’azione che è durata parecchi secoli e che ha prodotto il cosiddetto “Belpaese”. Di certo le attuali politiche di deregulation, di smantellamento del sistema delle tutele rischiano di compromettere, di cancellare per sempre questo nostro patrimonio. In fatto di cibo, di qualità della cucina, è noto, siamo probabilmente i primi al mondo. La Dieta Mediterranea è Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Sta a noi tutelare la speciale ricchezza che viene dalla millenaria cultura agricola e alimentare italiana. Sta a noi valorizzare, far conoscere i luoghi anche attraverso le diverse e molteplici tradizioni gastronomiche. Da questo punto di vista il Paese ha fatto passi davvero importanti negli ultimi anni, ma può ancora crescere moltissimo. Noi ne siamo convinti.

Cosa dobbiamo necessariamente salvare della nostra terra (Sicilia in particolare)? 

Noi dobbiamo conoscere, tutelare, valorizzare la sua eccezionale, molteplice identità attraverso un’autentica cultura della programmazione, progettazione, innovazione. Per gli anni che verranno, noi ci auguriamo vivamente che la nostra Sicilia possa essere governata da una classe dirigente nuova, preparata e consapevole, capace di coniugare identità e futuro, memoria e dimenticanza.

Cosa è il mare per i siciliani? 

Il tema è affascinante. Come sappiamo Leonardo Sciascia ha scritto: “I siciliani si dividono in due grandi categorie. I siciliani di scoglio e i siciliani di mare aperto. Il siciliano di scoglio è quello che riesce ad allontanarsi fino al più vicino scoglio. Il siciliano di mare aperto invece prende il largo e se ne va”. La Sicilia è una grande isola circondata dal mare, un luogo con una fortissima identità storica e  geografica. Questo ha sicuramente inciso sull’immaginario collettivo del popolo siciliano, sulla sua antropologia. Di certo pesano sui siciliani le parole del principe Fabrizio Salina, ma io credo fortemente nell’evoluzione sociale e culturale dei popoli. E d’altronde, in questi ultimi decenni è cambiato quasi tutto. Il mare, comunque, è e resta uno spazio, un orizzonte di libertà e di possibilità. Malgrado tutto, potremmo dire. Certamente generosi, meravigliosi, esemplari si stanno dimostrando gli abitanti di Lampedusa.

Rispetto alle parole di Papa Francesco sulla “comune casa” ci aiuti a fare una riflessione. 

Viviamo un fatto nuovo della storia: un mondo interdipendente. La sfida è che tutto questo divenga un’immensa occasione di vita in comunione. La via obbligata è trasformare il “fatto” in “evento”. Un evento interiore tanto ricco di verità e bellezza da essere assunto come opzione fondamentale; come “valore dei valori”, come fonte ispiratrice del senso della nostra vita umana, come criterio per scelte di conversione, di riorganizzazione dell’economia, della politica, delle culture in dialogo.
Il genere umano deve scoprire un fuoco interiore per potersi misurare con le sfide del nostro tempo. Per poterle affrontare – e non solo enunciarle come imperativi – deve appassionarsi alla vita in senso globale, integrale. La sua volontà deve sentirsi attratta e smossa da un bene superiore e interiore. Solo così le sfide si trasformano in un appuntamento: sicuramente impegnativo, ma appassionante e desiderabile. Solo così le sfide ci appaiono funzionali a una promessa di vita e di felicità, e non obbligo, vincolo pesante da evitare ad ogni costo. E una sfida fondamentale è la spiritualità come sorgente di senso, come forza che orienta una prassi di vita. Dobbiamo acquisire la consapevolezza che possiamo porre fine alla “relazione violenta” persona-natura. Possiamo e dobbiamo chiudere un ciclo di relazione polemica e aggressiva con la “comune casa”, trattata come oggetto infinitamente manipolabile. Occorre criticare, mettere in dubbio la concezione dominante di “razionalità”. Essa si sta affermando nel mondo occidentale, si sta diffondendo in tutta la Terra. E distrugge altre concezioni della vita. Per giungere ad una spiritualità ecologica, il passaggio obbligato è decolonizzare la “mentalità calcolante”. Essa vede solo quantità, conteggi, combinazioni. Possibilità e opportunità in prospettiva di utili, di interessi, di potere economico e politico. E sta rendendo impossibile la vita stessa. Il mondo in cui viviamo ce lo dice: notte e giorno, per 365 giorni all’anno. Per rispondere alle sfide globali del nostro tempo non basta l’ecologia: serve una svolta sapienziale e simbolica. Occorre una spiritualità, una spiritualità ecologica. Per una “relazione pacifica” dell’essere umano con l’intera realtà naturale. Con il cosmo. Con la nostra “comune casa”.

Ficarra e Picone hanno lanciato sui social “ U mari nun si spurtusa!” Le chiediamo un motto, una frase, un’immagine per ricordarci l’importanza di andare a votare o per ricordarci il valore della bellezza. 

Sono sempre simpatici Ficarra e Picone. Forse troppo. Ad ogni modo, ecco il motto: “Il 17 aprile 2016 votiamo Sì per non svendere il Mare Nostro e per conservare il reddito della Bellezza”.

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