LA PALERMO D’ARTE
Visitare Palermo è come fare un viaggio nell’arte e questo lo sappiamo tutti. Si magia bene, anche se non sempre in modo sano e ce ne siamo fatti una ragione. L’ospitalità e i palermitani sostituiscono i servizi carenti, almeno ci provano. Palermo è un’immersione nella cultura multietnica di quello spettacolo vario e affascinante che è il genere umano, dalla tragedia alla commedia.
Questa Palermo che tutti conosciamo ha da qualche anno iniziato una nuova avventura, una resistenza “umile ma tenace” al periodo post-industriale attuale. Come? Non vendendo più solo i soliti souvenirs tanto tradizionali quanto banali, figli del processo meccanico e di filiera ma oggetti nuovi, diversi, unici. Non proprio souvernirs…
Grazie ad un’idea di Pietro Muratore infatti alcuni artisti e professionisti, dissidenti di quest’epoca dell’ovvio e dello standardizzato, si sono prestati all’artigianato locale per proporre al mercato, al gusto, all’occhio, il ritorno dell’unicità di un prodotto, restituendo il piacere della scelta e della bellezza.
ALAB è il nome dell’associazione che ha avuto il merito di trasformare idee ed intuizioni originali in progetti concreti che hanno risvegliato dal torpore il centro storico abbandonato della città di Balarm, come gli arabi chiamavano Palermo.
Intervistiamo la responsabile della comunicazione Manuela Baldanza.
Ci racconti meglio in cosa consiste il vostro progetto ALAB?
ALAB (Associazione Liberi Artigiani-artisti Balarm) si può configurare come un progetto di riqualificazione urbana e sociale volto allo sviluppo di una rete diffusa di microeconomia che, se da una parte crea sviluppo, dall’altra ha funzione di presidio di un territorio altrimenti abbandonato. In appena sei anni hanno aderito all’associazione oltre 300 artigiani/artisti/designer e sono nati nella nostra città 50 laboratori/ negozi. Tra i nostri obiettivi c’è la diffusione della cultura dell’artigianato come innovazione economica e culturale sia tra i più piccoli (attraverso laboratori tematici dentro e fuori le scuole) che tra i giovani in cerca di uno sbocco occupazionale (formandoli attraverso workshop, tirocini formativi ed incontri con la comunità). In questo processo di scambio e arricchimento, viene privilegiato il “fare rete” attraverso momenti di condivisione e confronto con altre associazioni ed artigiani/artisti. Non mancano le occasioni di scambio con la comunità, attraverso le fiere e gli eventi diffusi in tutta la città.
Un esempio di Laboratorio ALAB è “Spazio a Tempo”, si trova vicino ai “4 Canti” della Città, in via Vittorio Emanuele 297 ed ospita 5 artigiane molto diverse tra loro con la passione comune per l’unicità del prodotto e l’handmade.
Curiosi entriamo per conoscere da vicino questi artisti.
Accanto all’artigianato più “classico” (la lavorazione dei metalli preziosi di Vitalba Canino gioielli e quella del legno di Alessandra Gennaro, con i suoi originali paladini rivisitati) troviamo una forma di artigianato basata su materiali e tecniche innovativi come per esempio la linea Isola fotografia e design in cui architettura e fotografia si fondono per dar vita a gioielli e complementi in forex e pvc.
Il marchio “Isola. Fotografia e design” nasce nel 2015, dall’incontro tra il fotografo/architetto Cristina Ferrara e l’architetto Guendalina Di Vita, partendo da un’idea “ l‘arte fotografica applicata”.
Con il progetto fotografico “Fleurs” i gelsomini, le pomelie, l’agave, l’ibiscus incontrano il ferro, il cemento e il plexiglass, per trasformarsi, seguendo delle linee essenziali, in luci di design che creano atmosfera e donano colore all’ambiente.
La fotografia invade non solo il campo del light design, ma anche il mondo dei tessuti e del pvc diventando man mano oggetti d’arredo o da indossare.
“Cianciana” è invece un’artista che con materiali umili ha rivisitato il classico pupo siciliano. “Ogni oggetto creato, ovvero immaginato, disegnato e infine costruito, è spinto alla forma da reminiscenze della tradizione siciliana e in particolare la rivisitazione del “pupo”, ovvero il paladino marionetta, è per me umile ma tenace segno di resistenza” afferma la madre di questi nuovi paladini.
Utilizza il legno: lo intaglia, lo assembla, quindi lo riveste con l’armatura, le immagini e i colori dei ricordi “e diventa quasi un giocattolo tra le mie mani divertite” ama sottolineare. Per Cianciana è infatti fondamentale l’aspetto ludico del processo creativo; “in questo senso credo che la creatività sia l’unica cosa che possa mantenere questo mondo a colori. La creatività intesa come libera espressione del proprio talento, qualunque esso sia. Non dico niente di nuovo, forse solamente dovremmo essere maggiormente educati a questo: creare è una possibile strada verso la felicità.”
Vi è infine anche il progetto di Manuela Baldanza, in arte Wolla, grazie alla quale gli oggetti di uso comune vengono ricontestualizzati per dar vita a lampade/scultura “animalesche” e complementi d’arredo, ispirati al principio dell’assemblaggio tanto amato da Picasso e dal movimento Dada. “Il mio approccio artigianale è legato ai miei studi: nasco come grafico pubblicitario e da oltre 10 anni mi occupo di allestimenti di spazi espositivi, ideazione di marchi e progettazione di campagne pubblicitarie.Guardo gli oggetti non solamente per quello che sono ma per il potenziale che possono ancora esprimere: tutto quello che già c’è e che altrimenti andrebbe perso.”
Così le lampade animalesche, della linea Wolla ecodesign, nascono come una sorta di “assemblaggio dadaistico”, di giocattoli, animaletti ed oggetti vari che, combinati insieme, danno vita a sculture luminose. Come una collezionista, Wolla, conserva giocattoli ancora funzionanti ed esteticamente affascinanti per creare una sorta di “Wunderkammer”, una camera delle meraviglie di ricordi ed emozioni. Ogni lampada è ispirata a quei ricordi, racchiusi nei singoli oggetti, che ogni persona le affida, affinché lei possa assemblarli in un pezzo unico, come unico è il legame tra ogni persona ed i suoi ricordi.