Madonna col bambino viene verso di noi

E’ tempo “di compiere altri doveri, non i soliti, altri, dei nuovi doveri, e piu’ alti, verso gli uomini, perché a compiere i soliti non c’è soddisfazione e si resta come se non si fosse fatto nulla, scontenti di sé, delusi.” Ecco come ci sentiamo: delusi di non sapere cosa fare. Di non poterci scollare dalla nostra mediocre quotidianità che ci obbliga al lavoro per il pane quotidiano, alle nostre responsabilità, ai nostri soliti doveri e non ci permette di correre incontro ai nostri fratelli e purgare questa colpa che abbiamo di sapere, di vedere e di non fare nulla!
E. Vittorini, in Conversazione in Sicilia, sottolinea come, ad un certo punto della vita, quando la storia calpesta l’umanità, il Genere Umano ha dei doveri che non sono piu’ solo il mangiare, il bere, il non uccidere. Altri, piu’ nobili doveri. E adesso noi li dobbiamo compiere. Non possiamo piu’ solo condividere foto e dispiacerci. Fratelli migranti stanno compiendo cammini lunghi e dolorosi, vivono traumi e maltrattamenti di ogni genere e la loro stanchezza deve essere anche la nostra. Non si meritano la nostra pietà ma hanno bisogno della nostra umanità. La nostra generazione si porterà dietro una colpa pesantissima e questa colpa non diminuirà con il compimento dei nostri soliti doveri. Dobbiamo compierne altri, piu’ alti. Il non avere fatto non potremo giustificarlo con il non avere capito che cosa stesse succedendo. Internet non ci lascia scelta: ci informa senza pietà nè filtri. Tutti vediamo e tutti sappiamo.
E se a scuola, nelle Università con i ragazzi, tra letture, filmati e riflessioni, con le penne e i fogli, abbattiamo costantemente quei muri,vecchi e nuovi, che qualcuno in Europa continua a ricostruire, sappiamo, so, che non è abbastanza.

Personalmente questa colpa mi pesa.
Ho la colpa di non essere coraggiosa abbastanza da lasciare il lavoro, correre incontro a queste Marie con i bambini in braccio e portare loro quel poco che ho. Io, che ho la liberta’ di dormire in un luogo caldo, al sicuro, che ho il privilegio di mangiare, di comprare vestiti e coprire i miei figli, mi sento in colpa per non condividere il mio benessere con loro. Loro, altri me, uguali a me, che potrebbero essere me.
Come posso andare incontro ai miei fratelli lungo la strada della loro fuga? Come? Quando? Con quali risorse? Potrei raggiungere i confini che mi separano da loro e portare nella mia vita uno di loro? Una famiglia? Un bambino? Una donna?

Sarebbe possibile?
La domanda ora, deve diventare seria. Se tutti ce la facessimo? Se insieme trovassimo il coraggio di fare un contro corteo e andare noi verso loro?

Genere Umano dove sei?

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