Una nuova generazione di Mamme

E’ nata una nuova generazione di Mamme Coraggio capace di vivere totalmente in simbiosi con la Natura, secondo i principi della decrescita felice. Giulia è una giovane mamma che, per scelta, vive tra le montagne del Veneto, nel comune più piccolo della Regione (133 abitanti), assieme al suo compagno e a suo figlio.  Ama profondamente la Natura e si identifica con essa ed i suoi cicli.  Potrei dire che Giulia è molto bella, è laureata ed è una donna equilibrata e serena ma non aggiungerebbe nulla ad una storia già cosi’ bella e dignitosa: una giovane donna che ha avuto il coraggio di scegliere una strada diversa e impegnativa. Forse quella giusta, quella che dovremmo seguire tutti.
12914721_10208911185967756_696907248_o (1)Ci affascina Giulia che, sognando un cambiamento per il pianeta, ha avuto il coraggio di intraprenderlo partendo da se stessa, dalla propria vita. “Lo stile di vita che io ed il mio compagno abbiamo adottato, cercando in questo modo l’auto sostentamento, certo non è semplice, soprattutto all’inizio e andrebbe praticato in comunità. Di certo sarebbe una rivoluzione per il pianeta terra, una crescita verso il vivere in armonia con ciò che ci circonda” Latouche la chiama decrescita felice.
Cosa significa nel 2016, vivere in simbiosi con la Natura? 
Uno stile di vita semplice, umile. Noi viviamo in un rustico per nulla sfarzoso, senza acquedotto né metano. Beviamo acqua di sorgente, cuciniamo e ci scaldiamo con la legna e ci nutriamo gran parte di ciò che riusciamo a produrre con la terra. Tranne in casi estremi, ci curiamo prevalentemente con le piante, fito e floriterapia, osserviamo i cicli e gli influssi della luna per la cura del corpo e per decidere quando sia il momento più fruttuoso per le colture, la potatura o il disboscamento. Viviamo in profonda comunione, rispettando ed ascoltando la natura anche
Cerchiamo di essere il più possibile autosufficienti e quindi produciamo ciò che serve per vivere. Ci scaldiamo con la legna, cuciniamo con una stufa-cucina a legna dove c’è anche un piccolo forno, (la nostra abitudine alimentare è vegetariana). Nella casa arriva acqua di sorgente (niente acquedotto), con un sistema di pompe l’acqua arriva fino alla casa. Per lavarsi abbiamo montato una piccola caldaia che si collega con un impianto di bombole a gas esterne alla casa in modo da avere acqua calda a disposizione.  Autoproduco tutto ciò che serve per lavare (sapone, creme, unguenti, dentifricio, deodorante, detersivi). Per scelta non teniamo nessun apparecchio televisivo in casa, la mia televisione personale è una grandissima finestra nella camera da letto dove la notte, quando mi corico, osservo la luna, le stelle, ed il profilo della montagna che abbiamo di fronte. Quando posso, mi piace farmi svegliare dalla luce del sole, e seguire il ritmo naturale del giorno. In genere al mattino appena svegli pratichiamo un po’ di meditazione, così come la sera prima di cena (io non più da quando è nato il piccolo).  Raccogliamo ed utilizziamo ciò che la natura ci regala in base alle stagioni, dalle castagne ai funghi ai fiori ed erbe che secchiamo per creare delle tisane. Quando posso pratico un po’ di yoga, scrivo, mi dedico alle mie passioni ed ora a tempo pieno al mio cucciolo.
Possiamo dire che hai scelto una vita “diversa” dalla maggior parte delle tue coetanee?
Ho sicuramente scelto uno stile di vita diverso dalla maggior parte delle mie coetanee, forse più impegnativo per certi aspetti, ma più consapevole per altri; non potrebbe essere diversamente, andrei contro il mio sentire, il mio credo, la mia fede, me stessa.
In cosa credi? Hai fede? In cosa?
12946957_10208911493375441_1727196618_oHo fede, ho molta fede. Credo in Dio e nell’Amore presente in ogni cosa ed in ogni forma di vita. Per me la fede è un modo di vivere. Credo che la vita sia perfetta, ogni cosa accade per un motivo, non sempre razionalmente comprensibile, e ci serve per imparare, per evolvere ancora una volta, sempre continuamente, siamo trascinati da una corrente che non vediamo (e molte volte purtroppo non percepiamo) ma è la corrente della vita.
Fede è credere con il cuore che la vita sia un’opportunità e che il tempo porterà sempre le risposte ed i messaggi giusti per proseguire nel proprio cammino, è affidarsi con cuore aperto, gioia e amore ad un sentire interiore. Credo che fede sia collegata alla parola credo e credo sia intimamente legata alla parole cuore.
Fede é credere con il cuore, assenza di paura, ascoltare il proprio istinto sempre e la via che esso ci indica costantemente, giorno dopo giorno.
Sei diventata da poco mamma, come hai vissuto la gravidanza?
Ho vissuto la gravidanza come un’opportunità, con consapevolezza e gratitudine. È stata un vero e proprio cammino di evoluzione in accelerata, fisicamente, psicologicamente, emotivamente e spiritualmente. Una rivoluzione di due anime che abitano lo stesso spazio per 9 mesi. Il corpo della donna è un canale ed io mi sono sentita  onorata e benedetta che la vita mi avesse dato la grazia di poter accogliere ed accompagnare una creatura sulla terra. La vita, tutti i giorni, ci porta ad evolverci e ad essere sempre più consapevoli, ma durante la gravidanza era come se questo processo fosse amplificato e velocizzato. Intuizione, creatività, ispirazione, momenti di connessione con il mio io più profondo, tutto era amplificato. Certo non sono assolutamente mancati i momenti di difficoltà, ma ho sempre cercato di viverli con una chiave di lettura diversa; la gravidanza mi ha messo in comunione con me stessa, sia con le parti di luce che di ombra, dandomi la possibilità di trasformarle. È davvero difficile spiegare quanto una donna si senta Donna in quel momento. E come la gravidanza anche il parto; ho capito cosa davvero sia l’essere donna dopo questa profonda esperienza di cambiamento, dopo aver dato alla luce mio figlio. Avere un figlio significa trasformazione, condivisione, responsabilità, sacrificio, gioia, gratitudine, opportunità (perché un figlio sa toccare le ferite meglio di chiunque altro dandoci quindi la possibilità di sanarle),  sostegno, crescita, difficoltà, ma tanto immenso amore.
Dove e come hai partorito? Perché?
12922140_10208911431013882_665426383_oHo partorito in casa ed in acqua. La scelta del parto in casa era già nella mia testa prima del concepimento, se mai avessi avuto l’onore di avere un figlio, quello era il modo in cui volevo darlo alla luce, nel modo più dolce e naturale possibile, Inoltre mia sorella svolge parti in casa da diversi anni per cui una certa cultura di base era già presente. Amo l’acqua e per questo ho scelto di farlo nascere nella piscina del parto, oltre al fatto che sapevo che l’acqua mi avrebbe aiutata molto. Ero aperta anche ad una nascita “normale” qual’ora avessi sentito che il mio cucciolo voleva nascere così, ma già in gravidanza ho sempre sentito molto il richiamo dell’acqua, sentire il mio corpo immerso e rilassato dentro l’acqua era paradisiaco ed ho percepito che per mio figlio, se ci fossi riuscita, sarebbe stato l’ideale e così è stato.
Non avevi paura del dolore?
Ho cercato a lungo l’etimologia della parola dolore, ma non ho trovato nulla che mi soddisfi; dolore deriva da dolere che deriva a sua volta da torcere.. niente che mi aiuti a spiegare il concetto di dolore. Certo esiste il dolore, fisico, emotivo, ma in tutti gli aspetti della vita il dolore altro non è che il catalizzatore della trasformazione. La vita è continua trasformazione, mutazione, cambiamento, movimento, flusso interminabile senza soste né pausa alcuna; quindi il dolore è catalizzatore di vita, è il rovescio della gioia, senza dolore non arriveremo mai a capire cosa sia la gioia. Credo sia davvero importante saper riconoscere il dolore ed imparare ad accoglierlo, soprattutto in un momento tanto potente ed altrettanto delicato come il dare alla luce una vita. Un altro aspetto del dolore è che tutti noi tendiamo, generalmente, ad amplificare la sua percezione nutrendolo con la paura. Paura e dolore molto spesso vanno a braccetto, così come gioia ed amore. È quindi fondamentale riconoscere quando si tratta di dolore e quando di paura, darsi la possibilità di lavorare sulla paura per lasciare il dolore libero di esprimersi per quel che è, semplicemente dolore, che tutti percepiscono nella loro vita in un modo o nell’altro. È altresì importante tenere a mente che il dolore non è morte, ma solo dolore. Nel momento del parto si prova un dolore incredibile, ma è un dolore di vita, non un dolore di morte ed è importante prepararsi bene ed interiorizzare questo concetto per prepararsi ad un buon parto.
E cosa è l’attesa?
12919449_10208911247849303_2069862171_oAttesa deriva da attendere, ossia rivolger l’animo a… L’attesa  è un momento davvero magico, ricco di sacralità e spiritualità, è un momento in cui si vive con la percezione che il tempo si sia per un attimo fermato, in cui tutto è sospeso, in cui l’aria si ferma, in cui regna la calma, la quiete, il silenzio che comunica e fa riflettere più di mille parole. L’attesa è un momento in cui si vive in una dimensione parallela, un po’ ovattata, in cui la sensazione è quella di essere davanti al vuoto prima di cadere o di prendere il volo; è la pace prima della tempesta che, nel caso del parto, attraverserà il corpo, la mente e lo spirito della donna per portare una nuova vita qui, sulla terra.
Quale compito hanno le mamme secondo te?
Le mamme hanno il ruolo più antico ed importante della terra, crescere le loro creature. Ma questo compito è pieno di responsabilità perché nel momento che crescono le loro creature crescono la coscienza dell’intero pianeta. Crescere un figlio è una grossa responsabilità perché gran parte di ciò che lui/lei diventerà sarà dipeso dall’esempio che ogni genitore da e questo non deriva tanto da ciò che si fa, ma da ciò che si è, da quello che noi stessi siamo e questo è certamente il compito più difficile. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo diceva Gandhi, certamente il futuro è nelle mani dei nostri figli, se sapremo dare un buon esempio anche il mondo sarà un posto migliore per loro.
Cosa dimenticano di fare le mamme di oggi?
12952894_10208911480215112_428835259_o
Purtroppo le mamme di oggi dimenticano proprio questo: essere. Siamo tutte prese dal fare, la nostra società viaggia a ritmi oramai invivibili e ogni giorni ci costringe a correre. In quest’inutile corsa contro il tempo i nostri figli crescono senza che ce ne rendiamo conto, senza esser mai riuscite a fermarsi e prendersi il tempo per essere, per STARE con loro, non solo fisicamente, ma con il cuore. Vivere il presente, vivere il momento, esserci con il cuore e con la mente, senza pensieri che vanno al domani o al “dopo”. Essere li, per loro, con loro. Sono fermamente convinta che la grossa sindrome di abbandono in cui viviamo parta proprio da qui, ci siamo sentiti bambini, figli a volte di madri “assenti” e questo si ripercuote nella continua, estenuante ricerca di amore e conferme che sconfinano nei social network, in rete sociali virtuali che purtroppo, molto spesso, vengono usate in maniera controproducente. Credo che questo sia il male comune di questa società d’oggi.

12915309_10208911230008857_1745289211_oCosa è per te il progresso?
Il progresso è un cammino che si compie giorno dopo giorno nella vita, potrebbe essere tutto e niente allo stesso tempo. Di certo non voglio parlare del progresso tecnologico né secondo i termini della società pluriaccessoriata ed industrializzata di adesso; se dovessi pensare ad un vero progresso per me è vivere nel pieno rispetto delle persone, degli animali, della natura che ci circonda e quindi di se stessi migliorando la qualità della nostra vita. Penso che il vero progresso per noi sarà quando smetteremo di sopravvivere e ricominceremo a VIVERE, assaporando la vita in ogni momento.
Sei una mamma, cosa speri per il futuro di tuo figlio?
Come ogni madre spero che mio figlio possa vivere in un mondo dove regni più amore, dove la gente smetta di fare la lotta col proprio vicino di casa, dove ci sia più accoglienza e meno giudizio, dove si parli meno e si ascolti di più, dove ci sia più rispetto per tutto ciò che  ci circonda ed in particolare per la natura troppo sfruttata ed inquinata. Molto probabilmente tutto questo è una semplice utopia per cui spero che mio figlio possa essere libero di essere ciò che è e seguire la sua strada, qualsiasi sia il mondo che gli si presenterà. Voglio essere solo il trampolino di lancio e spero che lui possa volare nella vita e sappia affrontare ed accogliere ciò che la vita gli presenterà davanti.
Qual è l’errore piu’ grande che il genere umano commette?
L’errore più grande che il genere umano commette è l’ozio, la mancanza di consapevolezza e lo scarso o nullo interesse nell’ acquisirla. Viviamo in un mondo con profonde fratture e divisione tra ciò che è bene e ciò che è male, tra ricchi e poveri, tra immigrati e autoctoni, basterebbe un po’ di consapevolezza in più, basterebbe cominciare ad informarsi e spegnere le televisioni, basterebbe cominciare ad osservare prima di giudicare, basterebbe che ognuno avesse voglia di rimboccare le proprie maniche per un futuro davvero migliore. Alla volte non ci accorgiamo di come proseguiamo le giornate sopravvivendo e dimenticando di vivere davvero e, anche se ce ne accorgiamo, il più delle volte chiudiamo gli occhi e proseguiamo lo stesso per paura di cambiare, privandoci così della possibilità di essere felici.

Tutte le persone sono alla ricerca della felicità, eppure ancora troppe poche persone hanno davvero il coraggio di esporsi e mettersi in cammino. Sembra quasi che la felicità faccia paura, abbiamo paura di essere felici e non ci sforziamo nemmeno di chiederci il perché.. la felicità richiede coraggio ed un pizzico di follia.

 

 

Facebook

3 pensieri riguardo “Una nuova generazione di Mamme

  • 8 Aprile 2016 in 8:30
    Permalink

    Che dire?! Una donna favolosa! Buona vita a te e alla tua famiglia

    Risposta
  • 8 Aprile 2016 in 9:11
    Permalink

    Dimenticavo…..esiste un blog dove poter seguire Giulia e la sua vita?! Mi piacerebbe saperne di più. Grazie☺

    Risposta

Rispondi a delia Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *