Il MuMe c’è ma non si vede.
Il Museo di Messina è da vedere, pardon da visitare. Visitare implica l’intrattenersi, il sostare, il restare e al Museo di Messina dovete intrattenervi, non dovete, semplicemente, andare a vederlo. Il MuMe, fra l’altro, merita più di una visita. Aperto dal martedì al sabato (9.00 – 19.00) e la domenica solo di mattina (9.00 – 12.00), è da visitare una prima volta per rendersi conto della bellezza e della varietà delle opere presenti, poi bisogna tornarci per compiere, con consapevolezza e attenzione, il percorso di ventisette secoli che le opere presenti permettono di fare e infine bisogna tornare per portare un amico, un figlio, un turista che a Messina si trova solo di passaggio. E, a quel turista, poter dire che a Messina qualcosa da visitare, oltre il Duomo, c’è.
Il MuMe finalmente gode dello spazioso e luminoso plesso museale sito nel viale della Libertà n° 465.
Dato che ancora non vi è un sito internet che lo presenti e non vi sono segnaletiche cittadine che permettano di raggiungerlo facilmente, bisogna “passare la voce”: il MuMe c’è anche se non si vede. Il Museo della città di Messina, non adeguatamente pubblicizzato, oserei dire invisibile ai messinesi quanto ai turisti, è da visitare.
E quando ci si trova in compagnia di studiosi come Agostino Giuliano, che danno vita e storia alle opere stesse del museo, la visita guidata può diventare un’avventura straordinaria. Giuliano è uno studioso, diventato qualche giorno addietro, guida d’eccezione del museo per alcuni docenti e studiosi che, grazie all’entusiasmo delle sue parole, hanno potuto assaporare un viaggio nella storia della città.
In ricordo della visita e per promuovere il MuMe riporto una nota della Porfessoressa Cristina Pennisi.
Messina possiede un patrimonio sconosciuto, poco organizzato e quasi dimenticato ma, se ti capita, non perdere l’occasione di visitare il Museo Civico Peloritano “MUME”.
Ho trascorso una bellissima mattinata d’estate nella mia città in compagnia di cinque fantastici compagni d’interesse alla scoperta del museo.
L’inaugurazione è recente, ma i lavori evidentemente datati; le lacune strutturali e organizzative sono ancora presenti, nonostante tutto il Museo riesce ad esaltare la storia di Messina, oggi città metropolitana, dal passato illustre: dai Mamertini al Gagini, Montorsoli, Antonello da Messina, Michelangelo Merisi detto Caravaggio per concludere con Juvarra. Grandi nomi per annoverare le eccellenze del Mume, evidenti tavole pittoriche, sculture, epigrafi, stampe e molta piccola archeologia.
La storia sì, è vero, è scritta dagli uomini, ma gli oggetti musealizzati sono i testimoni che parlano ancora, e dunque rappresentano l’anima del museo che aspetta di essere visitato, di ritrovare vita attraverso i propri fruitori.
Tra le molte opere esposte e non, di Messina (patrimonio collocato e scoperto a Messina), una costante tipica siciliana, peculiarità della nostra città sono le Tarsie di marmo di colore differente, incastonate in pietre. Portali annuncianti la gloria di Ruggero II e del Regno di Sicilia, in lingua araba corredate da tarsie ornamentali floreali, tipicamente bizantine, collocate a cornice dei portali del Palazzo Reale dello stesso Ruggero; sarcofagi funerari, altari devozionali, qualcuno ancora presente in alcune chiese. Di pregio anche un originale e imponente bancone in marmo interamente intarsiato a più cromie, in origine collocato nell’antica farmacia del Grande Ospedale di Messina. Molte altre chiese, luoghi di culto, scrigni di tesori conservati, sono andate distrutte dai terremoti che hanno colpito la città. Parte del loro patrimonio è stato trafugato e poi ricollocato nel nostro museo civico peloritano.
L’iconografia della Vergine Maria col bambino è un’altra costante che percorre i secoli: dalla Madonna “ingessata” bizantina con lo sguardo fisso e la prospettiva assente alle Donne cinquecentesche, sensuali, plastiche e drappeggianti. Originale tra tutte è la Madonna con bambinello storpio.
Svariate tavole pittoriche catturano lo sguardo del visitatore che subito, con un guizzo della mente è dentro il quadro.
Voglio dirlo a tutti i miei concittadini, il MUME racchiude il nostro orgoglio, vi suggerisco di visitare il museo e chiedere al Nettuno imponente con la mano sinistra a protezione della città, di intercedere per Messina, affinché risvegli il nostro entusiasmo, scacci la nostra lagnanza, benedica la nostra storia e faccia rinascere la Bellezza.